Cos’è la scoliosi e quali sono i sintomi di una scoliosi vera

La scoliosi (in inglese Scoliosis) è una patologia evolutiva della colonna vertebrale che comporta una complessa deformità strutturale. Il problema principale alla base di questa patologia è che le vertebre tendono a svilupparsi in modo anomalo durante la crescita, provocando una rotazione vertebrale e una deviazione laterale della colonna sul piano frontale. In questo articolo ti spiegherò cosa sia e quali sono i suoi sintomi.

January 20, 2022
Fisioterapia
Irene Saccani

Cos’è in, pratica, la scoliosi? 

La scoliosi può insorgere in età infantile, in età puberale o in età adolescenziale; esistono anche scoliosi in età neonatale, anche se più rare, oppure addirittura scoliosi prenatali che si sviluppano durante la vita intrauterina.

Ne esistono di diverse tipologie e classificazioni, e in questo articolo andremo ad elencarli e descriverli brevemente.

Qualunque sia il momento della sua comparsa, essendo una patologia evolutiva, la scoliosi tende a peggiorare continuamente, aumentando la sua curvatura gradualmente di un grado all’anno fino alla completa maturità ossea, momento in cui si struttura.

Una volta raggiunta l’età adulta inoltre, se non trattata con una terapia adeguata, può andare incontro a un ulteriore peggioramento, provocando nel tempo un vero e proprio cedimento della colonna vertebrale.

Una particolarità di cui spesso non si sente parlare è che la scoliosi può colpire anche le ossa della volta cranica, provocando quella che è conosciuta come scoliosi del setto nasale. Per scoliosi del setto nasale si intende infatti una malformazione congenita o acquisita della parte mediana del naso, che può provocare problemi alle strutture mucose e cartilaginee che compongono le cavità nasali e di conseguenza riniti e sinusiti.

Un’altra curiosità riguardo la scoliosi è che questa patologia può colpire anche gli animali, come per esempio il cane che, ahimè, può soffrire di problemi posturali dovuti a malformazioni congenite della stessa spina dorsale e delle vertebre.

Perché viene la scoliosi?

Una domanda che ci viene posta molto spesso è quali siano le cause della scoliosi e le motivazioni per cui a un certo punto insorge. Nella maggior parte dei casi (80%) si dice che la scoliosi è idiopatica, ovvero che la sua origine ha un’eziologia sconosciuta.

Il termine scoliosi idiopatica infatti, è stato introdotto da Kleinberg nel 1922 ed è utilizzato per descrivere tutte quelle scoliosi in cui non è possibile identificare una patologia specifica sottostante che ha portato alla deformità scoliotica.

La scoliosi può insorgere in età infantile, in età puberale o in età adolescenziale e nella maggior parte dei casi (80%) ha un’eziologia sconosciuta

Nel restante 20% sono incluse le scoliosi dovute ad un altro processo patologico, come ad esempio le malattie neuromuscolari come la sclerosi multipla amiotrofica o la distrofia muscolare, oppure le malattie neurologiche come l’emiplegia congenita o la diplegia congenita (esiti di paralisi cerebrali infantili).

In questi casi le scoliosi possono essere di diverse tipologie:

  • Scoliosi da neurofibromatosi
  • Scoliosi neuromuscolare;
  • Scoliosi genetica/congenita;
  • Scoliosi degenerativa.

Per scoprire nel dettaglio quali possono essere le cause di scoliosi e cosa si intende nello specifico per scoliosi idiopatica, ti consigliamo di leggere questo articolo.

La scoliosi è una malattia? Cos’è il codice ICD 10?

La scoliosi è una vera e propria patologia della colonna vertebrale e quindi si può considerare una malattia.

La scoliosi infatti appartiene all’elenco delle patologie del codice ICD 10, ovvero alla Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati (ICD-10). Questa classificazione è la decima revisione di ICD adottata nel 1990 dall’Assemblea Mondiale della Sanità (WHA) ed è in vigore dal 1 Gennaio 1993.

Inoltre, quando è grave la scoliosi può costituire una condizione che limita grandemente la capacità di attendere alle quotidiane occupazioni, e in questo caso possono esserci le condizioni per poter richiedere l’assegno d’invalidità civile.

Le tabelle ministeriali dell'articolo 21 della legge 104, che collegano la gravità di una patologia ad una correlata percentuale di invalidità, identificano l’incidenza delle infermità sulla capacità lavorativa, prevedendo sia infermità a cui viene assegnata una percentuale “fissa”, sia infermità per cui viene riportata una percentuale di invalidità minima o massima, sulla base dei criteri di evidenza clinica.

In questi casi è importante rivolgersi al proprio medico per sapere se si ha diritto o meno a questo genere di sussidi.

Per avere più informazioni riguardo le forme più gravi di scoliosi e cosa possono comportare ti consigliamo di leggere questo articolo.

La scoliosi è pericolosa? Quando bisogna preoccuparsi?

La scoliosi non è una patologia pericolosa per la vita, in quanto non comporta conseguenze che provocano situazioni di urgenza o emergenza.

Nei casi più gravi e più rari però, può anche compromettere le funzioni vitali (cuore e polmoni) a causa della deformità che può provocare a livello della gabbia toracica.

Rimane comunque una patologia che può risultare invalidante:

  • da subito, in caso di scoliosi infantili gravi
  • in età adulta in caso di scoliosi importanti che non vengono trattate

Se presa in carico in modo adeguato e trattata fin da subito però, la scoliosi diventa una patologia con cui si può convivere riuscendo a svolgere tutte le attività della propria vita quotidiana senza dolore o limitazioni.

Se presa in carico in modo adeguato e trattata fin da subito però, la scoliosi diventa una patologia con cui si può convivere riuscendo a svolgere tutte le attività della propria vita quotidiana senza dolore o limitazioni.

Quali sono le eventuali conseguenze? Ha un impatto sulla gravidanza?

Come dicevamo, se non trattata, la scoliosi tende a peggiorare, provocando conseguenze come dolore e difficoltà di movimento. Ecco perché la prima regola per curare la scoliosi è non restare fermo e intervenire tempestivamente.

Ma la domanda che tanti ci pongono e a cui vogliamo rispondere è: cosa succede invece, se decido di non fare nulla?

I possibili effetti collaterali sono di vario genere e possono coinvolgere la schiena, il collo, le braccia e le gambe, ma anche i visceri e la gabbia toracica.

Nello specifico, le principali complicanze sono:

  • Dolore: l’asimmetria della colonna provoca una scorretta distribuzione del peso corporeo e dei carichi, e di conseguenza mal di schiena, dolore cervicale, male alle spalle e alle ginocchia, dolore alla pianta dei piedi
  • Tensione muscolare: la deformità della colonna provoca una diversa attivazione muscolare di un lato del corpo rispetto all’altro. Per questo motivo alcuni muscoli possono risultare più rigidi di altri e nel tempo condizionare attività della vita quotidiana e l’efficacia dei gesti sportivi
  • Rigidità articolare: la curva scoliotica rende meno fisiologico il movimento tra le vertebre che la coinvolgono, e questo porta nel tempo ad avere una parte della schiena più rigida dell’altra. Questa rigidità può condizionare la vita quotidiana e provocare dolore
  • Difficoltà di equilibrio e coordinazione: l’asimmetria provoca un’importante variazione del baricentro e di conseguenza una difficoltà da parte della persona di mantenere l’equilibrio e coordinare i movimenti con sicurezza

E’ importante sapere che esistono categorie più a rischio, come per esempio le donne in gravidanza, momento in cui la colonna è di per sé posta a un sovraccarico per diversi motivi come:

  • l’aumento di peso
  • la maggior lassità legamentosa e mobilità a livello di colonna e bacino
  • il cambio di baricentro 
  • la difficoltà a reclutare in modo fisiologico la muscolatura addominale

Tutti questi elementi concorrono a rendere più instabile la colonna vertebrale, e in caso di scoliosi a dare conseguenze come dolore lombare, lombosciatalgie o problemi cervicali.

La gravidanza rende più instabile la colonna vertebrale,aumentando il rischio di dolore in caso di scoliosi

Per avere informazioni più dettagliate riguardo le conseguenze della scoliosi ti consigliamo di leggere questo articolo.

Cosa succede ad una scoliosi non curata?

Ma nello specifico, a livello della colonna vertebrale, cosa succede a una scoliosi se non viene trattata?

Quello che accade è che, per un meccanismo chiamato “Circolo vizioso di Stokes” , la curva scoliotica tende a peggiorare di 1 grado all’anno e ad aumentare durante la crescita a causa dell’asimmetria dei carichi agenti su ogni vertebra, fino al raggiungimento della completa maturità scheletrica.
Questo meccanismo provoca quindi:

- maggiori asimmetrie del tronco (fianchi diversi, scapole e spalle con altezze diverse)

- rotazioni a livello vertebrale (e quindi a livello della gabbia toracica o del bacino

- differenza di carico/peso distribuito a livello del bacino

- compensi a livello di arti inferiori e piedi (come valgismo delle ginocchia o piede piatto)

- tensioni muscolari (e quindi rigidità a livello di braccia, gambe e schiena)

Questi sono i fattori che stanno alla base dell’evoluzione della scoliosi e che, se non trattata, portano alle conseguenze descritte in precedenza, come il dolore, la rigidità e la difficoltà di equilibrio.

Ma fortunatamente è possibile intervenire con una terapia mirata e specifica, che permetta di stabilizzare la curva e evitare che peggiori ulteriormente.

Per sapere quali sono i possibili rimedi/cure per la scoliosi, ti consigliamo di leggere questo articolo.

Quali sono i sintomi della scoliosi?

Quali sono quindi i sintomi iniziali della scoliosi? Come posso accorgermi se mio figlio ne soffre?

Uno dei problemi principali della scoliosi è che inizialmente si tratta di una patologia silente. Quando si instaura da bambini o da ragazzi, spesso non dà sintomi di nessun tipo per cui risulta davvero difficile accorgersene subito.

Ci sono però segnali che è possibile osservare fin dai 6-7 anni come ad esempio:

  • Asimmetria spalle (una spalla più alta dell’altra)
  • Diversità tra le scapole (una scapola più alta o più prominente dell’altra)
  • Differenza tra un fianco e l’altro (uno più dritto e uno più scavato)
  • Rotazione della schiena (con delle costole che sporgono più da un lato che dall’altro)
  • Cammino o corsa un po’ anomali (con piedi o ginocchia che guardano verso l’interno)
  • Posizione delle spalle curve in avanti
  • Fatica del bambino a stare seduto e la sensazione che “stia sempre storto

Questi sono i primissimi segnali, che anche in assenza di sintomi, possono lanciare un piccolo campanello d’allarme e per cui potrebbe risultare utile effettuare uno Screening Posturale.

In caso di Asimmetria spalle, diversità tra le scapole e differenza tra un fianco e l’altro, è utile effettuare uno Screening Posturale.

Successivamente, nel tempo, possono instaurarsi gradualmente sintomi caratteristici della scoliosi come:

  • Dolore alla schiena
  • Dolore al collo
  • Dolore alla scapola
  • Dolore al petto
  • Dolore al fianco
  • Dolore alle anche, alle ginocchia o ai piedi

Ma quindi, come si distingue da un semplice mal di schiena?

Gli elementi fondamentali per capire se in un bambino/ragazzo si è di fronte a un comune mal di schiena o a una scoliosi sono:

  • Assenza di trauma: nei bambini e ragazzi la comparsa di dolore in assenza di trauma deve sempre far pensare a un problema posturale. 

A quell’età infatti, non essendo ancora presenti problemi degenerativi come l’artrosi o le discopatie caratteristici dell’adulto, la comparsa di dolore senza che prima ci sia stato un trauma sportivo o una caduta, deve destarci qualche sospetto. 

Se non ci sono stati episodi traumatici e vostro figlio inizia a lamentare dolore alla schiena o al collo o alle gambe, non è da sottovalutare e si consiglia di intervenire con una Valutazione Posturale accurata.

  • Presenza di asimmetrie: Se il dolore si accompagna a una postura scorretta, con un’asimmetria delle spallo o delle scapole, o una rotazione del tronco, molto probabilmente si è di fronte a un mal di schiena causato da problematiche posturali. 
  • Presenza di un gibbo: Se vostro figlio lamenta dolore e, facendo flettere la sua schiena in avanti, notate la presenza di un gibbo, è probabile che la causa dei suoi sintomi sia proprio una scoliosi. Per sapere in modo più preciso che cosa si intende per gibbo e come poter valutare la sua presenza, ti consigliamo di leggere questo articolo.

E quali sono i disturbi correlati alla scoliosi?

I disturbi che si possono instaurare, soprattutto negli adulti, correlati alla scoliosi sono numerosi, e per la maggior parte coinvolgono gli arti inferiori o le braccia.

I più comuni sono ad esempio:

  • Presenza di zoppia e difficoltà nel cammino
  • Alluce valgo, fasciti plantari o unghie incarnite recidivanti
  • Nevralgie a livello del nervo sciatico
  • Sintomi neurologici (dolore, formicolio, perdita di sensibilità) a livello delle braccia

Quali sono i sintomi della scoliosi infantile?

Come dicevamo, la scoliosi purtroppo è una patologia silente, che non si manifesta attraverso sintomi e che è possibile riconoscere solo con un’osservazione attenta e accurata del bambino. 

Durante lo sviluppo del bambino è importante infatti, osservare come si muove fin dalla tenerissima età. 

Fin da prima della comparsa del cammino è già possibile vedere se il piccolo utilizza maggiormente una parte del corpo rispetto a un’altra, se ruota la testa sia a destra che a sinistra o se tende a tenerla sempre verso un lato e se è in grado di raddrizzare la schiena quando sta seduto o in piedi, o se tende a tenere il tronco inclinato.

Quando inizia a muovere i primi passi, camminare e poi correre, si può osservare l’appoggio dei piedini e notare se li tiene ruotati verso l’interno o ad esempio monitorare se si presentano problemi di coordinazione e equilibrio. 

Durante lo sviluppo è normale che ci siano fasi in cui il bambino cammina in modo più goffo e cada più spesso, per cui è importante lo sguardo di un pediatra o di un fisioterapista esperto per poter capire se necessita di approfondimento con uno specialista o meno. Attorno ai 6/7 anni si può iniziare a osservare più attentamente la schiena del bambino, controllando l’altezza delle spalle e delle scapole o la presenza di eventuali asimmetrie a livello dei fianchi.

Nel caso in cui vengano riscontrati una o più differenze a questi livelli, si consiglia uno screening posturale con un fisioterapista esperto, che sarà in grado di eseguire alcuni semplici test per capire se è necessaria una visita specialistica e per rassicurarvi e spiegarvi in modo semplice e chiaro come è possibile intervenire.

Per arrivare a una diagnosi di scoliosi e identificare il trattamento più indicato infatti, è necessaria una visita specialistica con un ortopedico o un fisiatra e l’esecuzione di una radiografia della colonna

Solo attraverso questi due elementi è possibile avere una diagnosi accurata e impostare il programma fisioterapico più specifico ed adeguato. 

Per avere più informazioni riguardo la scoliosi nei bambini, ti consigliamo di leggere questo articolo.

Quali sono i sintomi in età adulta?

Una volta raggiunta l’età adulta, qualsiasi colonna vertebrale con scoliosi tende, con l’avanzare dell’età, ad andare incontro a cedimenti e crolli vertebrali e di conseguenza a una continua progressione della curva.

In età adulta, con la degenerazione delle cartilagini e dei dischi, e con l’arrivo del fisiologico cedimento a cui va incontro la nostra colonna, le complicanze e i sintomi di una scoliosi non trattata possono essere: 

  • Lombosciatalgie
  • Cervicobrachialgie
  • Ernie lombari
  • Problemi digestivi e intestinali (gonfiore intestinale, difficoltà digestive, ernia iatale, reflusso gastroesofageo, coliti)
  • Difficoltà respiratorie e affaticabilità per mancanza di mobilità a livello della gabbia toracica
  • Disturbi del pavimento pelvico dovuti a una cattiva attivazione del diaframma e dei muscoli addominali
  • Difficoltà in gravidanza dovute all’aumento del carico sulla colonna lombare
  • Artrosi alle ginocchia (per valgismo o assetto posturale scorretto trascurato negli anni)
  • Alluce valgo, fasciti plantari e metatarsalgie conseguenti a un appoggio plantare scorretto trascurato per anni

Per tutti questi motivi è importante mantenere la schiena sostenuta grazie a fisioterapia e esercizi specifici, che prevengano la comparsa del dolore e il continuo peggioramento della postura.

Quando è considerata grave?

La gravità della scoliosi viene classificata in base ai gradi Cobb, misura che viene evidenziata dalla radiografia.

L’angolo di Cobb è l’angolo calcolato tracciando le rette perpendicolari alle vertebre più inclinate. E’ una misura che viene calcolata dall’ortopedico o dal fisiatra di riferimento e ci indica quanto è grave l’evoluzione della scoliosi e il rischio di peggioramento.

L’angolo di Cobb è infatti uno dei fattori decisivi nella gestione della scoliosi ed è direttamente correlato a tutte le decisioni terapeutiche. 

Maggiore è l’angolo di Cobb, maggiore sarà la gravità della curva e di conseguenza il rischio di peggioramento.

Classificazione delle scoliosi per gradi e definizione della gravità della curva

Le curve scoliotiche possono essere classificate in base all’angolo di Cobb in: 

  • Inferiore ai 10°: scoliosi lieve. Secondo alcuni la diagnosi di scoliosi non andrebbe formulata o può trattarsi di atteggiamento scoliotico
  • Tra i 10° e i 30°: scoliosi modesta.
  • Superiore ai 30°: Scoliosi marcata. il rischio di progressione nell'età adulta aumenta, così come il rischio di problemi di salute e di una riduzione della qualità di vita;
  • Superiore ai 50°: scoliosi grave. E’ quasi certo che la scoliosi progredirà in età adulta e determinerà problemi di salute e una riduzione della qualità di vita.

Sulla base di queste soglie vengono prese decisioni importanti, come la soglia generalmente riconosciuta per l'intervento chirurgico (45-50°) e gli obiettivi del trattamento fisioterapico.

Radiografia scoliosi grave con Angolo di Cobb di 68°

Quali sono i sintomi delle specifiche tipologie di scoliosi?

Esistono molte tipologie di scoliosi e la Scoliosis Research Society ha definito diverse classificazioni.

In base alla topografia/localizzazione delle curve scoliotiche infatti, si possono distinguere diverse scoliosi, ognuna delle quali ha sintomi caratteristici. 

Proviamo a fare qualche esempio:

  • Scoliosi lombare:  in questo caso la deformità scoliotica è localizzata nel tratto lombare della colonna vertebrale, ovvero nella parte più bassa della schiena, interessando quindi le vertebre da L1 a L5.  I sintomi più caratteristici nell’adulto sono il mal di schiena, alle gambe, il gonfiore addominale e talvolta anche disturbi del pavimento pelvico. Per poter approfondire questo argomento, ti consigliamo di leggere questo articolo.
  • Scoliosi cervicale: Come dice il nome stesso, il tratto della colonna interessato da scoliosi in questo caso è quello cervicale, cioè le vertebre da C7 a T1.

Questo tipo di scoliosi può causare cervicalgia e, nei casi più gravi, potrebbe portare a mal di testa ricorrenti, problemi alla vista o vertigini e problemi di equilibrio.

Leggi nel nostro articolo sulla scoliosi cervicale quali sono i sintomi che potrebbe causare la scoliosi cervicale e come poterla curare.

  • Scoliosi dorsale: La scoliosi dorsale, anch’essa come quella lombare denominata in base alla classificazione topografica, indica che il sito anatomico colpito è il tratto dorsale o toracico, ovvero quello presente a metà della schiena. Infatti interessa le vertebre da T1 a T12 e comporta la formazione del cosiddetto gibbo costale, ovvero una protuberanza posteriore a livello della gabbia toracica, a lato della colonna vertebrale.
  • Scoliosi dorso-lombare: La scoliosi dorsolombare invece si localizza nel punto di incontro tra la cifosi dorsale e la lordosi lombare (link articolo scoliosi,cifosi e lordosi). Essendo l’area in cui si inverte la curva, questa zona è spesso soggetta a tensioni muscolari e una scoliosi a questo livello può dare problemi di respirazione e dolore lombare.
  • Scoliosi ad S italica: La scoliosi a S italica è quella che presenta due curve, una con la convessità a destra e una con la convessità a sinistra. Questo tipo di scoliosi coinvolge quindi tutta la colonna vertebrale e è spesso causa di disturbi sia a livello degli arti superiori che di quelli inferiori.

In base alla direzione della curva, invece, si distinguono due tipologie di scoliosi:

  • Scoliosi sinistro convessa
  • Scoliosi destro convessa

Le vertebre della colonna vertebrale colpite da scoliosi formano infatti una curva, denominata convessità scoliotica, che può essere a C se la convessità è a sinistra, a C rovesciata se la convessità è a destra.

Radiografie di una scoliosi destro convessa e sinistro convessa

Come detto in precedenza, un altro elemento fondamentale che determina una classificazione della gravità della scoliosi è l'angolo di Cobb. In base a questo infatti, è possibile distinguere:

  • Scoliosi lieve:  Sono tutte quelle forme di scoliosi con angolo di Cobb tra i 10 e i 45 gradi, trattabili con fisioterapia o con l’utilizzo di un corsetto.
  • Scoliosi grave: come abbiamo visto, quando una scoliosi supera i 50˚ Cobb, si definisce scoliosi grave. In questi casi, è quasi certo che la colonna subirà una progressione della curva in età adulta e determinerà problemi di salute e una riduzione della qualità di vita. Infatti, i 45-50˚ Cobb sono la soglia generalmente riconosciuta per l’intervento chirurgico.
  • Scoliosi posturale o atteggiamento scoliotico: nel caso in cui la curva presenti un angolo inferiore ai 10° Cobb, non ci si può riferire a vera e propria scoliosi, ma si parla di atteggiamento scoliotico, problematica posturale che approfondiremo più avanti in questo articolo.

In base alle cause invece, si distinguono due macro classificazioni della scoliosi:

  • Scoliosi idiopatica: In tutti i casi nei quali non è possibile identificare una patologia specifica che dà origine alla deformità si parla di scoliosi idiopatica. Si tratta dell’80% dei casi e di fatto, essendo  di origine sconosciuta, può essere definita come un segno di una sindrome ad eziologia multifattoriale. (Per avere più informazioni riguardo la scoliosi idiopatica ti consigliamo di leggere questo articolo)
  • Scoliosi secondaria: Nel restante 20% dei casi invece, la scoliosi si instaura come conseguenza a una patologia di base pre-esistente, che possono essere patologie neuromuscolari come la distrofia muscolare, la paralisi cerebrale, la Miastenia Gravis, la neuropatia di Charcot-Marie-Tooth, un’atrofia muscolare spinale o la sclerosi multipla amiotrofica

Per avere idee più chiare riguardo le classificazioni e approfondire questo argomento, ti consigliamo di leggere questo articolo.

Come si diagnostica, si riconosce e si valuta la scoliosi?

I passaggi fondamentali per poter riconoscere, diagnosticare e valutare una scoliosi sono essenzialmente 3.

  • Come si riconosce una scoliosi?

Screening posturale fisioterapico: si tratta di una indagine di primo livello, in cui non viene fatta diagnosi di scoliosi, ma attraverso test specifici il fisioterapista è in grado di capire se è necessaria una visita specialistica o meno.

Durante questa visita infatti vengono eseguiti 3 test specifici:

  • il test di Adams, in cui viene fatto flettere in avanti il bambino e viene misurato il gibbo costale
  • la misurazione delle curve sul piano sagittale con il filo a piombo
  • l’ osservazione delle asimmetrie a livello di spalle, scapole e triangoli della taglia

E in base ai risultati numerici ottenuti, si possono delineare tre situazioni:

  • il bambino/ragazzo ha bisogno di un consulto specialistico per approfondire la situazione della sua schiena 
  • il bambino/ragazzo non necessita di ulteriori indagini
  • il bambino/ragazzo ha bisogno di essere monitorato e tenuto in osservazione durante la crescita, con un’altra seduta di screening a distanza di 6 mesi/1 anno
Durante lo screening posturale fisioterapico, attraverso test specifici, il terapista è in grado di capire se è necessaria una visita specialistica
  • Come si diagnostica una scoliosi?

Visita specialistica ortopedica/fisiatrica

Nel caso in cui dallo screening sia emersa la necessità di un approfondimento specialistico, vi verrà consigliato di recarvi da un ortopedico o da un fisiatra specializzato in problematiche posturali dell’età evolutiva.

In sede di visita, lo specialista valuterà se è il caso o meno di richiedere una radiografia e, una volta effettuata, sarà in grado di fare una diagnosi precisa ed accurata della problematica di vostro figlio. Grazie a misurazioni specifiche e a parametri rilevabili dalla radiografia verrà definita il grado di maturità ossea presente, la tipologia di scoliosi (destro convessa/sinistro convessa), la sua localizzazione (cervicale, dorsale o lombare) e l’angolo di Cobb, tutte informazioni necessarie per avere chiara la gravità della situazione e il come intervenire.

Lo specialista infatti, sarà anche la figura di riferimento che definirà il trattamento necessario e vi saprà indicare se è necessaria fisioterapia, un corsetto o, nei casi più gravi, l’intervento chirurgico.

  • Come si valuta una scoliosi?

Valutazione Fisioterapica

Una volta effettuata la visita specialistica e si ha in mano la diagnosi e la prescrizione del trattamento, il fisioterapista potrà eseguire una valutazione funzionale della scoliosi.

Durante questa seduta verrà eseguita un’osservazione più accurata e una serie di test muscolari e articolari per identificare le priorità di trattamento e delineare il programma riabilitativo più indicato.

In base alla radiografia e alle indicazioni dello specialista, il fisioterapista potrà valutare l’autocorrezione da impostare insieme al ragazzo, gli esercizi di respirazione e rinforzo da cui partire e programmare le sedute fino al controllo specialistico successivo.

Quando una scoliosi è “vera”? Come si distingue dall’atteggiamento scoliotico?

Un ultimo argomento che val la pena di toccare parlando di “cos’è la scoliosi” è senza dubbio l’atteggiamento scoliotico.

Molto spesso infatti si crea confusione per il paziente o per i genitori del paziente (e talvolta anche nel personale sanitario stesso) perché non è chiara la differenza tra una scoliosi vera e un atteggiamento scoliotico.

Ecco allora che diventa fondamentale chiarire anche questa distinzione.

Qual'è quindi la differenza tra atteggiamento scoliotico e scoliosi? Si tratta di paramorfismi o dismorfismi della colonna vertebrale?

Come abbiamo detto all’inizio di questo articolo, la scoliosi è una patologia della colonna vertebrale che comporta una complessa deformità strutturale. Si tratta quindi di un vero e proprio dismorfismo delle vertebre, irreversibile e evolutivo, ovvero destinato a peggiorare di anno in anno. 

Il problema principale alla base di questa patologia è che le vertebre tendono a svilupparsi in modo anomalo durante la crescita, provocando una rotazione dei corpi vertebrali e una deviazione laterale della colonna sul piano frontale.

Quello che si può ottenere dalla terapia è quindi un rallentamento/un’arrestarsi dell’evoluzione ma non è possibile eliminare i gradi della curva presenti.

L’atteggiamento scoliotico invece, è qualcosa di molto diverso, in quanto si tratta di un paramorfismo della colonna vertebrale caratterizzato unicamente da una deviazione laterale sul piano frontale. 

Cosa si intende con la parola paramorfismo? 

In sostanza significa che la colonna tende a piegarsi da un lato o dall’altro, senza però deformarsi ruotando su se stessa, con l’obiettivo di rispondere e compensare un altro problema sottostante. 

Una lunghezza diversa degli arti inferiori ad esempio, così come un appoggio plantare alterato o un’asimmetria del bacino, possono portare nel tempo a instaurare posture scorrette a livello della schiena e all’insorgere di atteggiamenti scoliotici. 

A differenza della scoliosi quindi, si tratta in questi casi di una condizione reversibile, in quanto una volta risolta la causa sottostante (ad esempio un piede piatto) e una volta impostato un buon lavoro riabilitativo sulla schiena, si può correggere il paramorfismo e riottenere una postura corretta.

Conclusioni sulla scoliosi e sui sintomi della scoliosi vera

La scoliosi (in inglese Scoliosis) è una patologia evolutiva della colonna vertebrale che comporta una complessa deformità strutturale. 

Può insorgere in età infantile, in età puberale o in età adolescenziale e qualunque sia il momento della sua comparsa, essendo una patologia evolutiva, tende a peggiorare continuamente, aumentando la sua curvatura gradualmente di un grado all’anno fino alla completa maturità ossea, momento in cui si struttura.

Nella maggior parte dei casi (80%) si dice che la scoliosi è idiopatica, ovvero che la sua origine ha un’eziologia sconosciuta, mentre nel restante 20% sono incluse le scoliosi dovute ad un altro processo patologico, come malattie neuromuscolari importanti.

La scoliosi non è una patologia pericolosa per la vita, in quanto non comporta conseguenze che provocano situazioni di urgenza o emergenza, ma nei casi più gravi, riimane comunque una patologia che può risultare invalidante.

Se non trattata, la scoliosi tende a peggiorare e provocare conseguenze come dolore e difficoltà di movimento.

Ecco allora che diventa fondamentale riconoscere fin da subito i segnali e i primi sintomi che possono indicarci la presenza di una scoliosi, per poter intervenire tempestivamente e evitare l’instaurarsi delle complicanze e conseguenze che la caratterizzano.

I passaggi fondamentali per riconoscere, diagnosticare e valutare una scoliosi sono tre: lo screening posturale del fisioterapista, la visita specialistica ortopedica/fisiatrica e la valutazione fisioterapica.

In queste fasi vi verrà chiarito se si tratta di scoliosi vera o di atteggiamento scoliotico e quale sarà la terapia più indicata.

Bibliografia

Irene Saccani

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