Cos'è la scoliosi idiopatica?
“La scoliosi idiopatica è una deformità tridimensionale del rachide e del tronco”.
Questa è la definizione data dal SOSORT (The International Society on Scoliosis Orthopaedic and Rehabilitation Treatment) per descrivere la scoliosi idiopatica.
La scoliosi idiopatica è una vera e propria patologia scheletrica, caratterizzata da una deformità strutturale della colonna vertebrale.
La deformazione strutturale che caratterizza la scoliosi idiopatica avviene sui tre piani della colonna vertebrale. Infatti si manifesta tipicamente con una deviazione laterale della colonna sul piano frontale (cioè in visione posteriore) e una rotazione dei corpi vertebrali sul piano orizzontale (cioè in visione dall’alto).
Essa può interessare tutti i tratti della colonna vertebrale, determinando quindi scoliosi lombare, scoliosi dorsale o scoliosi cervicale.
Nella maggior parte dei casi si associa a un anomalo allineamento anche sul piano sagittale (cioè in visione laterale) delle curve fisiologiche, cioè della cifosi dorsale e lordosi lombare, determinandone una rettilineizzazione verso una schiena piatta.
Le vertebre della colonna vertebrale colpite da scoliosi formano infatti una curva scoliotica, denominata convessità scoliotica, a C se la convessità è a sinistra, a C rovesciata se la convessità è a destra.
Cosa significa il termine idiopatica?
Il termine scoliosi idiopatica è stato introdotto da Kleinberg nel 1922 ed è utilizzato per descrivere tutte quelle scoliosi in cui non è possibile identificare una patologia specifica sottostante che ha portato alla deformità scoliotica.
Anche definita scoliosi dell'età evolutiva, può comparire in bambini o ragazzi apparentemente sani e può progredire e peggiorare, in base a molti fattori di rischio, durante i periodi di rapida crescita come la fase puberale, oppure anche nell'età adulta seppur più lentamente.
La scoliosi idiopatica è, quindi, di origine sconosciuta e rispecchia l’80% delle scoliosi.
Proprio per questo è definita anche come una sindrome ad eziologia multifattoriale. Nel restante 20% sono incluse le scoliosi dovute a un altro processo patologico, come ad esempio le malattie neuromuscolari come la sclerosi multipla amiotrofica o la distrofia muscolare, oppure le malattie neurologiche come l’emiplegia congenita o la diplegia congenita (esiti di paralisi cerebrali infantili).
Differenze per ogni età: neonati, bambini, ragazzi
La scoliosi idiopatica può svilupparsi in qualsiasi momento durante lo sviluppo di un bambino. Risulta essere più comune nei periodi di forte crescita come 6-24 mesi, 5-8 anni e 11-14 anni; quest’ultimo corrispondente alla pubertà ed è il più rischioso.
Poiché nel momento in cui la deformità inizia a comparire è ancora di lieve entità e quasi in tutti i casi asintomatica, non è possibile conoscere con esattezza il momento della comparsa effettiva della scoliosi. Proprio per questo motivo la scoliosi idiopatica può essere classificata solo in base a quando viene effettuata la diagnosi.
Si tratta della classificazione cronologica e si possono distinguere 4 fasce d'età:
- Scoliosi infantile (0-2 anni): vi sono curve scoliotiche congenite diagnosticate in periodo neonatale, causate ad esempio da una compromissione intrauterina provocata dal mal posizionamento del feto durante la gravidanza (ad esempio nei casi di torcicollo miogeno congenito). In questi casi, non si può parlare di vera e propria scoliosi con deformità tridimensionali e la prognosi è differente, andando incontro a una remissione spontanea. È sempre importante però tenere monitorato il bambino anche negli anni successivi.
- Scoliosi giovanile (3-9 anni): le scoliosi idiopatiche che compaiono in questa fascia d’età sono le più gravi, perché hanno davanti più anni di crescita ossea e devono passare la fase puberale; di conseguenza hanno più tempo e margine di peggioramento. Bisogna anche tenere conto che la scoliosi, se non trattata, peggiora di 1° Cobb all’anno, quindi è importante intervenire precocemente.
- Scoliosi adolescenziale (10-17 anni): è la scoliosi dei ragazzi, dove ai segni clinici radiografici, estetici e funzionali si aggiungono anche importanti fattori psicosociali e relazionali tipici dell'età adolescenziale, che potrebbero influire negativamente sulle relazioni interpersonali e che è quindi importante tenere in considerazione.
Inoltre è la fascia d'età che include la fase puberale, 10-14 anni per i maschi e 11-12 anni per le femmine (nei paragrafi successivi ti spiegherò perché è la fase più delicata e rischiosa).
Scoliosi adulta (+18 anni): quando si raggiunge la maturità scheletrica, cioè quando la lunga fase di crescita si ferma, la deformità strutturale della colonna vertebrale si struttura e allora si inizia a parlare di scoliosi adulta. Durante la fase adulta, le scoliosi sotto i 30° restano normalmente stabili, mentre quelle oltre i 50° tendono a peggiorare quasi sempre. Se hai più di 18 anni e hai una scoliosi idiopatica, è importante continuare a fare attività fisica ed esercizi di ginnastica posturale, seguito da un fisioterapista esperto.
Come si presenta la scoliosi idiopatica e quali sono i sintomi principali?
Come abbiamo detto nei paragrafi precedenti, la scoliosi idiopatica all’inizio della sua evoluzione e alla comparsa dell’iniziale deviazione laterale e rotazione è asintomatica e silente. Quindi non vi sono segni o sintomi precoci che possono farti intuire l’inizio del suo sviluppo.
Con il passare dei mesi e degli anni, però si iniziano a notare alcuni segni di asimmetria o di postura sbagliata.
Quali elementi devo osservare?
- Diversa altezza delle spalle: c'è una spalla più alta dell’altra
- Asimmetria delle scapole: c'è una scapola più alta o più in fuori dell’altra
- Mancanza di simmetria del torace: la gabbia toracica ti sembra ruotata rispetto al bacino oppure ci sono delle coste più sporgenti da un lato
- Differenze tra i fianchi: c'è un fianco più dritto e l’altro più inclinato
- Presenza del gibbo: fai piegare in avanti il bambino come a voler toccare le punte dei piedi con le mani, se sulla schiena c'è un lato più sporgente dell’altro questo è un gibbo scoliotico (o gibbo costale) (link articolo gibbo scoliotico), ed è indice di rotazione delle vertebre (una delle componenti più importanti della scoliosi!)
- Cammino alterato
- Schiena curva in avanti quando è in piedi
- Difficoltà a stare seduto
- Presenza di dolore
Nei casi più gravi è possibile siano anche presenti formicolii alle gambe o alle braccia, difficoltà di equilibrio o difficoltà respiratorie.
Se hai notato uno o più elementi che ti ho elencato qui sopra, allora è il momento di intervenire: porta il tuo bambino in visita da uno specialista esperto di scoliosi, per uno screening preliminare, così da intercettare subito eventuali disfunzioni e indirizzarti ad approfondimenti clinici e programmi di trattamento specifici.
Scoliosi idiopatica progressiva o non progressiva?
L’evoluzione della scoliosi dipende da tanti fattori: uno di questi è la maturità scheletrica.
Quando si parla di scoliosi è molto importante tenere conto della fase di sviluppo che un bambino deve affrontare fino ad arrivare alla fase adulta, proprio perché in questo periodo di crescita la scoliosi idiopatica potrebbe peggiorare.
Nella fase di sviluppo infatti la scoliosi si definisce scoliosi idiopatica progressiva e tende a peggiorare di 1° Cobb ogni anno, se non adeguatamente trattata.
Come posso capire se mio figlio ha concluso la crescita e non è più a rischio elevato?
Grazie a all’indice di Risser, che permette di valutare la maturità scheletrica di un bambino o ragazzo, valutando l’ossificazione del bacino. È un indice numerico che va da 0 (non vi è ancora il nucleo di ossificazione) a 5 (ossificazione completata).
Il Risser 5 indica quindi che la maturità scheletrica è completata e che il ragazzo si può definire un adulto: a questo punto la deformità scoliotica si è strutturata e non è più a rischio elevato di peggioramento.
L’indice di Risser e è da considerarsi come una medaglia a 2 lati: se la maturazione scheletrica è appena iniziata (Risser 0) vi è maggior tempo per peggiorare, ma anche maggiore tempo per trattare e curare la scoliosi; al contrario se la maturazione scheletrica è quasi al termine (Risser 3-4) vi è minor rischio di peggioramento, ma anche minor tempo per intervenire.
Come abbiamo detto ormai tante volte, il periodo di maggior rischio di progressione è la fase puberale: durante la pubertà vi è un iniziale rapida crescita degli arti inferiori e superiori, la quale crea una temporanea sproporzione del corpo (arti lunghi e tronco corto); dopodiche vi è la crescita del torace. Inoltre, durante la crescita è fisiologico che ci sia anche una asimmetria nella lunghezza degli arti inferiori e superiori.
La pubertà è anche la fase di sviluppo ormonale, in cui le ragazze sviluppano il seno e presentano il menarca, mentre ai ragazzi cambia il tono della voce e crescono i peli. Per questi motivi è il momento più delicato e rischioso per la scoliosi idiopatica evolutiva.
Il dolore nella scoliosi idiopatica
Il dolore deve essere considerato il primo campanello d’allarme nella scoliosi idiopatica evolutiva.
Nei bambini e nei ragazzi, avere dolore non può essere considerato normale.
Il dolore è una spia che indica che nel nostro corpo si sta verificando un danno; allo stesso tempo ci permette di intervenire riportando così l’organismo allo stato di salute originale. Nella scoliosi idiopatica, solitamente l'intensità del dolore è correlata alla gravità della curva scoliotica (ma come in tutti i casi esistono le eccezioni).
Il dolore si presenta tipicamente nel tratto della schiena colpito dalla curva scoliotica oppure in zone lontane da essa causato da compensi posturali attuati in automatico. Quindi un bambino o ragazzo può avvertire dolore nella regione lombare, dorsale o cervicale, ma può arrivare fino all’addome con dolori viscerali, alla testa con episodi di cefalea oppure agli arti inferiori o superiori.
Esso può manifestarsi nelle posizioni statiche mantenute per lungo tempo, come ad esempio quando si sta seduti per ore a lezione a scuola o per fare i compiti; al contrario, potrebbe manifestarsi anche durante i movimenti, provocando difficoltà nel cammino, nella corsa, nelle attività fisiche e ricreative.
Scoliosi idiopatica lieve, modesta, marcata o grave?
Come faccio a capire se la scoliosi di mio figlio o la mia scoliosi è grave?
Uno dei parametri utilizzare per distinguere una scoliosi idiopatica lieve, modesta, marcata o grave è la classificazione angolare, che si basa sul calcolo della massima inclinazione della deviazione laterale della curva scoliotica, utilizzando i gradi Cobb: il Metodo Cobb.
Questa classificazione ha legami diretti con la scelta terapeutica della scoliosi idiopatica, quindi è molto importante.
Si distinguono:
- Scoliosi lieve, inferiore ai 10°: secondo alcuni studi la diagnosi di scoliosi non andrebbe formulata o potrebbe trattarsi di atteggiamento scoliotico; deviazioni scoliotiche inferiori ai 10° vanno comunque monitorate e in alcuni casi trattate per evitarne il peggioramento;
- Scoliosi modesta, tra i 10° e i 30°: in questi casi la scelta terapeutica è conservativa e prevede la fisioterapia e riabilitazione posturale con esercizi specifici per la scoliosi;
- Scoliosi marcata, superiore ai 30°: il rischio di progressione nell'età adulta aumenta, così come il rischio di problemi di salute e di una riduzione della qualità di vita. Sono più frequenti nel sesso femminile. Sopra i 30° la scelta terapeutica ricade sulla prescrizione di un corsetto ortopedico (link articolo “Busto per scoliosi”) e della fisioterapia;
- Scoliosi grave, superiore ai 50°: è quasi certo che la scoliosi grave (link articolo scoliosi grave) progredirà in età adulta e determinerà problemi di salute e una riduzione della qualità di vita. La migliore scelta terapeutica in questo caso è l’intervento chirurgico (link articolo “Operazione scoliosi (intervento)”) di correzione della deviazione scoliotica.
Quando la scoliosi comporta invalidità civile?
La scoliosi quando è grave può costituire una condizione che limita in modo significativo la tua capacità di attendere alle ordinarie occupazioni e la tua qualità di vita: in questo caso possono esserci le condizioni per poter richiedere l’invalidità civile.
Le tabelle ministeriali dell'articolo 21 della legge 104, che collegano la gravità di una patologia ad una correlata percentuale di invalidità, identificano l’incidenza delle infermità sulla capacità lavorativa, prevedendo sia infermità a cui viene assegnata una percentuale “fissa”, sia infermità per cui viene riportata una percentuale di invalidità minima o massima, sulla base dei criteri di evidenza clinica.
Rivolgiti al tuo medico per sapere se hai diritto alla richiesta per l'invalidità civile.
Quali sono le conseguenze e i rischi della scoliosi idiopatica sul resto del corpo?
Le conseguenze della scoliosi idiopatica, in base anche alla gravità della stessa, possono essere:
- Compromissione dell’aspetto estetico
- Dolore
- Difficoltà di movimento
- Disturbi dell’equilibrio
- Possibile formicolio a braccia e gambe
- Difficoltà respiratorie e cardiache
- Problemi digestivi
- Artrosi
- Degenerazione discale
- Stenosi del canale vertebrale
- Riduzione della qualità della vita
- Impatto psicologico importante
I periodi della vita nei quali il rischio di peggioramento è più alto sono:
- Età giovanile: le scoliosi giovanili sono le più delicate, perché essendo evolutive hanno davanti più anni di crescita ossea e devono affrontare la fase puberale; di conseguenza hanno più tempo e margine di peggioramento;
- Età adulta: i casi più gravi, se trascurati e non trattati in età adulta possono continuare a peggiorare, portando rigidità, dolore e nel peggiore dei casi cedimenti vertebrali con conseguente coinvolgimento del midollo spinale;
- Gravidanza: poiché la colonna deve sopportare il peso della pancia durante i 9 mesi di gestazione;
- Menopausa: poiché essendo una fase critica, in cui la fragilità ossea aumenta e con forme di scoliosi grave si può andare incontro a cedimenti vertebrali.
Come si cura la scoliosi idiopatica?
La scelta terapeutica in caso di scoliosi idiopatica è determinata dallo specialista di riferimento, sulla base di una valutazione accurata e specifica, dell’inclinazione in gradi Cobb della deviazione laterale della scoliosi e delle limitazioni funzionali legati ad essa.
I rimedi e le possibili cure per la scoliosi idiopatica sono:
Chi sono i miei specialisti di riferimento nel trattamento delle scoliosi?
Ad oggi ci sono molte figure professionali che si occupano di scoliosi e problemi posturali, ma è importante essere seguiti da professionisti di disfunzioni posturali, che hanno maturato un'importante formazione specialistica e esperienza clinica.
Gli specialisti di riferimento fondamentali per la tua scoliosi sono:
- Medico Ortopedico o Fisiatra specializzato in scoliosi
- Fisioterapista
- Tecnico ortopedico
Ci sono anche altre figure professionali che si occupano di disfunzioni somatiche dell’apparato muscolo-scheletrico, che possono aggiungersi al Team che ti segue nel tuo percorso solo su indicazione del Medico Ortopedico o Fisiatra, come l’osteopata.
Il busto ortopedico: quando serve e qual è il migliore?
In caso di scoliosi idiopatica, il busto ortopedico è una scelta terapeutica conservativa che viene tipicamente indicata a partire da un angolo di Cobb di 25-30°.
Viene confezionato su misura per il paziente dal tecnico ortopedico, su indicazione dello specialista, e segue il principio della ginnastica correttiva, ovvero corregge le convessità del paziente dando una spinta in direzione opposta.
Esistono diverse tipologie di corsetto ortopedico per scoliosi, in base alle spinte necessarie e alla localizzazione delle curve.
L’intervento chirurgico: quando è necessario?
Le linee guida della Scoliosis Research Society indicano che un angolo di Cobb superiore a 45-50° è il limite oltre il quale deve essere consigliata la correzione della curva scoliotica con l’intervento chirurgico.
L’intervento chirurgico, però, è una scelta terapeutica che viene consigliata solo in determinati casi:
- è già stata tentata la correzione attraverso il corsetto, ma questo non rallenta l’evoluzione ed il peggioramento della scoliosi
- la curva scoliotica è soggetta ad un’evoluzione e peggioramento rapidi
- vi è indicazione da parte dello specialista ortopedico al fine di prevenire problemi per la salute del ragazzo
Lo scopo dell’intervento è correggere la curva e bloccarne il suo peggioramento.
L’intervento chirurgico consiste nella correzione della scoliosi attraverso il riallineamento e la stabilizzazione delle vertebre con placche di titanio. Successivamente all’intervento, sarà poi fondamentale svolgere un programma di fisioterapia personalizzato.
Fisioterapia: quali esercizi sono consigliati?
La fisioterapia, o anche definita fisiokinesiterapia, risulta fondamentale nel trattamento della scoliosi idiopatica.
È prescritta, dal medico specialista, per tutte le sottocategorie delle scoliosi idiopatiche: è infatti indicata per scoliosi lievi e modeste al fine di evitarne il peggioramento, per scoliosi marcate in associazione all’utilizzo del corsetto ortopedico, e anche per scoliosi gravi che necessitano dell’intervento chirurgico sia in fase pre-operatoria per accelerare i tempi di recupero post-intervento e in fase post-operatoria al fine di rieducare tutte le funzioni motorie.
Ma vanno bene tutti i tipi di esercizi?
Posso farli da solo?
È sufficiente fare sport o un po’ di movimento?
La mia risposta a queste domande è NO! Non dimenticarti che la scoliosi idiopatica non significa solo “essere un po’ storto” e non basta “stare seduto un po’ più dritto”; la scoliosi idiopatica è una vera e propria patologia e come tale deve essere trattata e monitorata.
In caso di scoliosi idiopatica devono essere eseguiti esercizi specifici per scoliosi, seguendo un protocollo di trattamento condiviso dai tuoi specialisti di riferimento, sotto la supervisione di un fisioterapista esperto.
Gli esercizi specifici per scoliosi idiopatica includono esercizi di ginnastica correttiva (anche chiamati esercizi di autocorrezione) e ginnastica posturale.
Questi esercizi hanno lo scopo di correggere la deviazione scoliotica e rendere la scoliosi funzionale, cioè migliorare la mobilità, riequilibrare muscoli rigidi e deboli, migliorare l’equilibrio e la coordinazione del movimento, ridurre ed eliminare il dolore.
Sport: quali sono consigliati e quali evitare?
Dobbiamo fare chiarezza e sfatare un mito!
Un tempo vi era la convinzione che alcuni sport, come la danza classica o la ginnastica artistica, fossero sconsigliati in caso di scoliosi, perché causa di peggioramento; al contrario, in presenza di scoliosi lo sport sempre consigliato, considerato il toccasana, era il nuoto.
Da studi scientifici non è dimostrata la presenza di sport e attività fisiche che peggiorano oppure curano la scoliosi idiopatica: infatti tutti gli sport sono consigliati associati a esercizi specifici per scoliosi ed è invece sconsigliata una vita sedentaria, soprattutto in fase di crescita. (link articolo “sport e scoliosi”)
Conclusioni sulla scoliosi idiopatica
La scoliosi idiopatica è una vera e propria patologia della colonna vertebrale.
È fondamentale intercettare possibili curve scoliotiche il prima possibile, soprattutto nei bambini e adolescenti, ancora in fase di crescita e a rischio di peggioramento, in modo tale da intervenire subito con la scelta terapeutica più adeguata.
A Fisio Salute i nostri specialisti sapranno darti maggiori informazioni e indirizzarti verso la strategia migliore di trattamento attraverso il nostro Screening di Valutazione della scoliosi.
Bibliografia
- GSS - Gruppo di Studio della Scoliosi e della Colonna Vertebrale: Linee Guida SOSORT
- GSS - Gruppo di Studio della Scoliosi e della Colonna Vertebrale: Linee Guida SIMFER
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