Quando e per chi è necessaria l'operazione per la scoliosi?
Una delle domande che spesso ci pongono i nostri pazienti a Fisio Salute è:
“Ma con la mia scoliosi devo sottopormi all’intervento chirurgico? Se peggiora quando diventerà necessario?”
La risposta a questa domanda è semplice: quando è inevitabile!
Ossia, quando:
- la fisioterapia e il trattamento ortesico con il corsetto ortopedico non sono stati sufficienti a fermare e stabilizzare la curva scoliotica;
- la curva scoliotica ha superato i 45-50º Cobb, cioè i gradi di inclinazione laterale delle vertebre che interessano la scoliosi;
- la curva scoliotica è soggetta ad un’evoluzione e peggioramento rapidi;
- i problemi e le limitazioni funzionali nella vita quotidiana sono troppo importanti;
- è accettato dal paziente e la sua famiglia.
Quando si prende in considerazione per una scoliosi idiopatica?
“La scoliosi idiopatica è una deformità tridimensionale del rachide e del tronco”
Questa è la definizione data dal SOSORT (The International Society on Scoliosis Orthopaedic and Rehabilitation Treatment) per descrivere la scoliosi idiopatica.
Il termine scoliosi idiopatica indica tutte quelle scoliosi in cui non è possibile identificare una patologia specifica sottostante che ha portato alla deformità scoliotica: è, quindi, di origine sconosciuta e rispecchia l’80% delle scoliosi.
Anche definita scoliosi dell'età evolutiva, può comparire in bambini o ragazzi apparentemente sani e può progredire e peggiorare, in base a molti fattori di rischio, durante i periodi di rapida crescita come la fase puberale, oppure anche nell'età adulta seppur più lentamente.
Il trattamento della scoliosi idiopatica dipende da tanti fattori, ma in primo luogo dalla gravità della curva scoliotica; la scelta terapeutica ricade su:
- la fisioterapia per scoliosi lievi
- il corsetto ortopedico per scoliosi moderate
- l’intervento chirurgico per scoliosi gravi.
Nelle scoliosi gravi viene indicato l’intervento chirurgico quando sono presenti tutti i punti descritti nel paragrafo precedente, ma soprattutto quando a curva scoliotica è soggetta ad un’evoluzione e peggioramento rapidi: cioè quando la curva si definisce scoliosi evolutiva.
Quali sono le principali tipologie di operazione per scoliosi?
In realtà non esistono diverse tipologie di operazione per scoliosi.
L’operazione per la scoliosi è una sola, ovvero la fusione spinale o artrodesi spinale. La differenza si riscontra nella metodica utilizzata. Infatti, l’intervento di fusione spinale per la correzione della scoliosi può essere fatto:
- a cielo aperto: più invasivo e più lungo
- mini invasivo: con accessi piccoli e più veloce.
La fusione o artrodesi spinale permette di collegare due o più vertebre della colonna per ridurre dolore e deformità (in caso di scoliosi tutte quelle interessate dalla curva scoliotica).
Inoltre, il dolore sparisce o si attenua notevolmente, ma al prezzo dell'immobilità del tratto di colonna interessato.
Tecnica intervento a cielo aperto con barre magnetiche
Questa tecnica operatoria è più invasiva e più lunga; viene eseguita in anestesia generale ed è caratterizzata da un’incisione del tessuto cutaneo e muscolare, in modo tale da esporre “a cielo aperto” il tratto di colonna vertebrale interessato da scoliosi.
Successivamente vengono posizionati gli impianti metallici (barre e viti) e modellati fino all’ottenimento della migliore correzione possibile; infine, affinché l’unione delle vertebre rimanga solida il chirurgo posiziona un innesto osseo, che può essere prelevato dalla cresta iliaca, dalla tibia o da una costa del paziente stesso oppure provenire da un donatore oppure essere di origine sintetica.
L’incisione può essere fatta per via anteriore sull’addome, in modo tale da preservare i muscoli e i nervi della schiena; questo approccio sembra offrire i risultati migliori. In alternativa l’incisione può essere fatta per via posteriore al centro della schiena.
Tecnica intervento mininvasivo
Una rivoluzione tecnologica, di conoscenze, di metodiche e di strumentari permette l'intervento chirurgico per la correzione della scoliosi con tecnica innovativa mini-invasiva (Minimally Invasive Surgery o MIS).
Essa consiste nella fusione spinale attraverso dei piccoli fori di incisione eseguiti sulla schiena o per via anteriore, grazie ai quali si ottiene una minima dissezione dei tessuti sottostanti.
La tecnica mini invasiva è ad oggi in Italia poco utilizzata, ma in futuro lo sarà sempre più poiché:
- i tempi chirurgici sono ridotti;
- le cicatrici saranno più piccole;
- il sanguinamento durante l’operazione è decisamente minore;
- il dolore nel post-operatorio è più basso;
- si riduce il rischio di complicazioni e infezioni.
Quanto dura l’intervento chirurgico per scoliosi?
I tempi chirurgici sono abbastanza lunghi, ma più precisamente dipendono dalla tecnica che viene utilizzata durante l’intervento.
Infatti, per operazioni a cielo aperto l’intervento può durare dalle 6 ore fino ad un massimo di 12 ore; invece, per operazioni mininvasive, le tempistiche possono anche diventare inferiori alle 3 ore.
Quali sono i pro e i contro dell'operazione per la scoliosi?
Per rispondere a questa domanda ho voluto creare questo schema, in modo tale che potesse riassumere velocemente e intuitivamente tutti i pro e i contro dell’intervento di fusione spinale per scoliosi.
PRO
- Correzione della curva
- Riduzione del dolore (o netta attenuazione)
- Miglioramento dell’estetica
- Miglioramento della qualità di vita
- Ritorno alle attività quotidiane, lavorative e sportive
CONTRO
- Intervento invasivo e lungo
- Cicatrice post-chirurgica
- Degenza post-operatoria
- Immobilità del tratto vertebrale operato
- Possibili complicanze
Quali sono i rischi e le possibili conseguenze
Il trattamento chirurgico della scoliosi è una chirurgia altamente complessa, da eseguire esclusivamente in centri specializzati di riferimento e da un chirurgo vertebrale con comprovata esperienza in tale ambito. È una chirurgia non scevra da possibili complicazioni, rarissime ai nostri tempi ma ben conosciute.
La letteratura scientifica riporta tassi di complicanze perioperatorie che variano tra il 5% e il 20 %, a seconda dell'approccio chirurgico e della gravità stessa delle complicanze (in particolare quelle neurologiche con fusione posteriore sono del 0.32%).
Ad esempio, le possibili conseguenze e complicanze di questo tipo di intervento sono:
- la rottura della barra metallica
- il coinvolgimento midollare con conseguente paralisi.
D’altro canto, è anche bene ricordare che nel caso in cui si decidesse di non sottoporsi all’intervento, ma di rimandarlo, i rischi dell’operazione aumenterebbero sempre più con il passare del tempo.
C’è il rischio di paralisi?
La paura di avere dei danni al midollo spinale o di rimanere paralizzati dopo l’intervento è una costante: questi, comunque, sono eventi molto rari e con un’incidenza estremamente bassa (inferiore a 1/10000).
Per prevenire questo genere di complicazioni si ha un monitoraggio costante della condizione del midollo spinale durante il corso dell’intera operazione, che segnala in anticipo quando si sta procedendo con delle azioni che “infastidiscono” il midollo, così da poter evitare danni irreversibili.
C’è il rischio di morte?
Quando ci si sottopone a un intervento chirurgico, la paura più grande è la paura della morte. Ma attenzione: di scoliosi non si muore!
L’intervento chirurgico per la scoliosi non aumenta il rischio di morte rispetto a tutti gli altri interventi di pari invasività e lunghezza, eseguiti in anestesia generale.
Quali risultati posso ottenere?
L’obiettivo dell’operazione chirurgica per scoliosi è quello di correggere la deformità scoliotica, riportando la colonna vertebrale ad un allineamento più naturale possibile.
Il grado di correzione ottenibile si basa sulla flessibilità del rachide prima dell’intervento: maggiore è la flessibilità, maggiore sarà la correzione possibile.
Generalmente, curve importanti possono essere recuperate fino ai 15/20 gradi, nei casi più gravi fino ai 25°.
I risultati a seguito di un’operazione per scoliosi non riguardano solo la quantità di gradi che si riesce a recuperare, ma anche alla qualità di vita che si ottiene: infatti grazie all’operazione si riduce il dolore, migliora l’estetica e le asimmetrie osservabili dall’esterno, si può tornare gradualmente alle attività di vita quotidiane, lavorative e sportive che prima dell’intervento avevano grosse limitazioni.
La fase del post intervento
Cosa devo fare dopo l’intervento?
Posso tornare a casa subito e riprendere le mie vecchie abitudini?
Ecco, in questo paragrafo andrò a rispondere a queste domande e anche ad altre che spesso i miei pazienti mi pongono in studio.
Quali sono i tempi di recupero?
A seguito dell’intervento chirurgico di correzione della scoliosi, la convalescenza che è necessario affrontare si divide in tre fasi:
- la degenza post-operatoria: solitamente a seguito dell’operazione è necessario un ricovero di 2-5 giorni sotto-osservazione medica e infermieristica per smaltire l’anestesia generale, riprendere gradualmente i movimenti dei quattro arti, alzarsi in piedi, riprendere a camminare; ma anche per valutare possibili conseguenze;
- la riabilitazione: dopo essere stati dimessi dall’ospedale, è importante iniziare subito un percorso di riabilitazione con fisioterapisti esperti di scoliosi chirurgiche per completare la guarigione e tornare alle normali attività della vita quotidiana.
L'operazione chirurgica lascia una cicatrice?
A seguito dell’intervento di correzione della scoliosi, ciò che rimarrà visibile al mondo sarà la cicatrice sulla cute della schiena.
Avrà la caratteristica forma longitudinale, poiché segue infatti la conformazione assiale della colonna vertebrale.
Nel 2018 anche la principessa Eugenie di York aveva pubblicato un post sul social Instagram in cui si mostrava al mondo con un vestito da sposa che lasciava scopertaparte della schiena, così da mettere in mostra la sua cicatrice: anche lei infatti, all’età di 11 anni, è stata operata per una forma grave di scoliosi.
“Certi segni ti ricordano quanto sei stata forte e che sei sopravvissuta.
Siate orgogliosi delle vostre cicatrici.
Le cicatrici sono belle”
Principessa Eugenie di York
Viene la febbre?
Nonostante negli ultimi anni si sia arrivati a procedure realmente poco invasive, rimane il fatto che ogni intervento chirurgico rappresenta pur sempre un trauma per il nostro corpo. A questo trauma il corpo reagisce in molteplici modi ed intensità, spesso correlati anche all’età del paziente e alla salute generale. Si possono avere sintomi e segni molto blandi, come ad esempio semplici dolori, lividi e gonfiori; talvolta però possono presentarsi segnali più importanti, fra i quali l’innalzamento della temperatura corporea.
Quindi avere della febbre dopo un intervento chirurgico potrebbe essere normale.
In questi casi la febbre può essere considerata trascurabile, poiché a causa del rilascio di sostanze chimiche reagenti allo stato infiammatorio innescato dall’intervento, arriva fino ad un massimo di 37,5° e passa generalmente in due o tre giorni.
Addirittura, la febbre è bene che si manifesti: grazie ad essa comincia il processo di guarigione dei tessuti.
Si prova dolore dopo l’intervento?
Nelle settimane successive all’intervento il dolore potrebbe essere presente, come per tutti gli interventi chirurgici anche di altra natura; esso si manifesta perché parte integrante del processo infiammatorio innescato dall’intervento stesso che permette l’inizio della guarigione dei tessuti.
Sarà però naturalmente controllato con antidolorifici, in modo tale che tu possa riprendere le normali attività quotidiane in modo cauto e progressivo. L’obiettivo della chirurgia, oltre a ridurre la curva scoliotica riportando la colonna ad una posizione naturale, è proprio quello di eliminare il dolore dato dalla deformità.
Ricorda che, naturalmente, nessuno è esente da lievi mal di schiena saltuari nel corso della propria vita, ma il dolore dato dalla curvatura eccessiva diminuirà sensibilmente, se non addirittura eliminato del tutto.
Bisogna fare fisioterapia?
Come per le scoliosi lievi o lieve-moderate per le quali è necessario fare fisioterapia, anche per le scoliosi trattate chirurgicamente è importante seguire un percorso riabilitativo post intervento.
Ecco però la differenza nell’obiettivo di trattamento: se per le scoliosi idiopatiche in trattamento conservativo l’obiettivo della fisioterapia è quello di stabilizzare la curva ed evitare un suo peggioramento, nel caso delle scoliosi chirurgiche l’obiettivo è quello di riprendere la completa funzionalità, mobilità e forza muscolare per tornare alla normale vita quotidiana dopo l’operazione chirurgica.
Ma quale tipo di riabilitazione bisogna fare?
Ci sono degli esercizi specifici oppure va bene il fai-da-te?
A seguito dell’intervento non è sufficiente fare un po’ di ginnastica a casa fai-da-te oppure iscriversi a corsi di fitness per tornare in forma; al contrario è importante affidarsi alla fisioterapia. In particolare, a fisioterapisti esperti specializzati nella riabilitazione post-chirurgica della colonna vertebrale (oltre che specializzati nella riabilitazione in età evolutiva nel caso in cui il paziente sia un bambino o ragazzo ancora in fase di crescita).
Il tipo di riabilitazione più idonea e specifica per questo tipo di problema è la riabilitazione posturale e la rieducazione funzionale, che si avvalgono di:
- tecniche manuali: come linfodrenaggio per drenare l’edema da immobilizzazione post-chirurgica, massaggio miofasciale per ridurre eventuali contratture muscolari, massaggio della cicatrice per evitare l’instaurarsi di aderenze sottocutanee;
- esercizio terapeutico attivo: volto al recupero della mobilità e della forza muscolare.
Quale sarà la qualità della vita?
I risultati di ogni intervento chirurgico variano da individuo a individuo, soprattutto in base alla gravità della deformità scoliotica.
In genere però, i pazienti che hanno subito un intervento chirurgico di fusione per la correzione della curva scoliotica riprendono le proprie attività scolastiche o lavorative entro 2-4 settimane. In pochi mesi sono persino in grado di svolgere nuovamente tutte le attività che desiderano.
Dopo 9-10 mesi, alcuni pazienti tornano addirittura a praticare sport come ginnastica, calcio e pallacanestro.
Si possono fare sport e palestra?
Non è possibile tornare a fare sport e palestra nei primi mesi successivi all’intervento: questo primo periodo post-chirurgico sarà dedicato alla riabilitazione e al recupero funzionale completo.
Dopo 9-10 mesi, però, alcuni pazienti tornano addirittura a praticare sport come ginnastica, calcio, pallacanestro, nuoto: quindi l’intervento chirurgico di correzione della scoliosi non preclude il poter continuare a svolgere attività ludiche e sportive.
Lo sport è infatti fondamentale perché ti aiuta a entrare in contatto con tante realtà e a conoscere tante persone, ti propone tante nuove sfide e ti aiuta ad abbattere i limiti.
Si può portare avanti una gravidanza?
Spesso molte giovani donne con scoliosi idiopatica manifestano preoccupazione e a volte paura di fronte alla possibilità di concepire, portare avanti una gravidanza per 9 mesi e partorire un bambino. Ciò che le fa preoccupare particolarmente è possibile limitazione e dolore che potrebbe portare l’anomalia scheletrica.
Dalle ultime evidenze scientifiche, sembrerebbe che le donne con scoliosi idiopatica possano essere tranquillizzate. Inoltre, indipendentemente dal trattamento chirurgico o ortesico, sembrerebbe che le donne con scoliosi possono avere un numero simile di figli rispetto alla popolazione generale.
Dolore e disagio sono le principali paure per tutte le donne vicine al parto; per ridurre queste preoccupazioni si ricorre spesso all’anestesia neuroassiale, maggiormente richiesto, accettato e efficace durante il travaglio.
Grazie ai nuovi metodi chirurgici sviluppati, l’anestesia può essere ben eseguita anche sulle pazienti portatrici di correzione chirurgica della scoliosi, ottenendo così il controllo e la riduzione del dolore.
Si possono portare i tacchi con la scoliosi?
Certo che sì!
Dopo aver raggiunto un buon grado di stabilità, equilibrio e propriocezione a seguito dell’operazione per scoliosi grazie alla riabilitazione, è possibile tornare ad indossare i tacchi.
Quanto costa l’intervento chirurgico per scoliosi?
Attenzione! Questo aspetto è molto importante.
Potresti pensare che l’intervento di correzione della scoliosi sia da effettuare in regime privato e che abbia costi molto elevati, forse inaccessibili.
Devi sapere invece che l’intervento di fusione spinale per correggere la deformità scoliotica è coperto dal SSN Servizio Sanitario Nazionale, quindi non dovrai pagare nemmeno un euro.
Qual’è il miglior centro per un'operazione di riduzione della scoliosi?
L’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi ha ottenuto la prestigiosa certificazione di Eccellenza come Centro di Chirurgia Vertebrale a livello europeo da Eurospine, la società di Chirurgia vertebrale di riferimento per le linee guida dei migliori centri europei del settore.
Quando si ottiene l’invalidità civile?
La scoliosi quando è grave può costituire una condizione che limita in modo significativo la tua capacità di attendere alle ordinarie occupazioni e la tua qualità di vita: in questo caso possono esserci le condizioni per poter richiedere l’invalidità civile.
Le tabelle ministeriali dell'articolo 21 della legge 104, che collegano la gravità di una patologia ad una correlata percentuale di invalidità, identificano l’incidenza delle infermità sulla capacità lavorativa, prevedendo sia infermità a cui viene assegnata una percentuale “fissa”, sia infermità per cui viene riportata una percentuale di invalidità minima o massima, sulla base dei criteri di evidenza clinica.
Rivolgiti al tuo medico per sapere se hai diritto alla richiesta per l'invalidità civile.
Testimonianza: l’esperienza di Meri
Meri ha deciso di operarsi a 45 anni perchè dopo aver eseguito una teleradiografia ha scoperto di avere una scoliosi grave di 65º Cobb.
Scopriamo insieme come sta a distanza di 6 mesi dall’intervento…
Conclusioni sull'operazione di correzione della scoliosi
L’intervento chirurgico corrisponde all’ultimo gradino, il più alto, della Teoria dei gradini di Sibilla e corrisponde alla scelta terapeutica più invasiva, ma anche l’ultima a disposizione per correggere la scoliosi nei casi più gravi.
Infatti l’operazione chirurgica in caso di scoliosi grave è infatti una terapia senza ritorno, una scelta definitiva. Come abbiamo visto, si può effettuare con tecnica a cielo aperto oppure con tecnica mini-invasiva, sempre più utilizzata anche in Italia.
Non dimenticare che anche dopo l’intervento chirurgico di correzione della deviazione scoliotica è fondamentale fare fisioterapia e riabilitazione per tornare alla completa funzionalità in tutte le attività di vita quotidiana, famiglia, lavoro e sport.
Nel nostro centro fisioterapico Fisio Salute di Villa Guardia troverai terapisti specializzati nel trattamento della scoliosi, anche post-chirurgica, che sapranno prendersi cura di te e della tua schiena!
Bibliografia
- Fusionless surgery in early-onset scoliosis. Odent T, Ilharreborde B, Miladi L, Khouri N, Violas P, Ouellet J, Cunin V, Kieffer J, Kharrat K, Accadbled F; Scoliosis Study Group (Groupe d’étude de la scoliose); French Society of Pediatric Orthopedics (SOFOP). Orthop Traumatol Surg Res. 2015 Oct;101(6 Suppl):S281-8.
- Adolescent idiopathic scoliosis - to operate or not? A debate article. Weiss HR, Bess S, Wong MS, Patel V, Goodall D, Burger E. Patient Saf Surg. 2008 Sep 30;2(1):25.
- Pediatric spine imaging post scoliosis surgery. Alsharief AN, El-Hawary R, Schmit P. Pediatr Radiol. 2018 Jan;48(1):124-140.
- Surgery for Degenerative Lumbar Scoliosis: The Development of Appropriateness Criteria. Chen PG, Daubs MD, Berven S, Raaen LB, Anderson AT, Asch SM, Nuckols TK; Degenerative Lumbar Scoliosis Appropriateness Group. Spine (Phila Pa 1976). 2016 May;41(10):910-8.
- Adult Degenerative Scoliosis. Graham RB, Sugrue PA, Koski TR. Clin Spine Surg. 2016 Apr;29(3):95-107.
- GSS - Gruppo di Studio della Scoliosi e della Colonna Vertebrale: Linee Guida SOSORT