Le lesioni muscolari nella pallavolo

Sai distinguere un dolore muscolare da "contrattura" da uno causato da una lesione? Capire che tipo di problema si è instaurato ti può aiutare a gestire al meglio il recupero ed il ritorno in campo. In questo articolo troverai molti strumenti per valutare il dolore di tipo muscolare.

December 20, 2021
Fisioterapia
Daniele Matarozzo

Perché avvengono le lesioni muscolari?

Senza entrare troppo nello specifico della fisiologia muscolare, devi sapere che ogni muscolo è formato da molte fibre, quasi sempre allineate una accanto all’altra per formare la struttura del muscolo.

Dentro ogni fibra ci sono delle fibre più piccole, e ancora più in microscopico possiamo trovare dei filamenti che - durante l’impulso di contrazione muscolare - scorrono gli uni sugli altri in maniera precisa ed ordinata.

Questo scorrimento dei filamenti, perfettamente sincronizzato in tutte le fibre dello stesso muscolo, produce la contrazione muscolare, con conseguente movimento (a meno che tu non stia facendo un esercizio isometrico, come le tenute per gli addominali. In quel caso, si ha contrazione, ma non movimento).

Dopo la contrazione si ha il rilassamento del muscolo. I filamenti tornano alla posizione di riposo (scorrono quindi in senso opposto) e la contrazione finisce.

Quando un muscolo viene allungato, come nello stretching, i filamenti si allontanano tra loro.

Per farti capire cosa intendo per lesione muscolare, immagina un muscolo per si allunga oltre la sua capacità elastica, e le cui fibre si allontanano così tanto tra loro da finire per “strapparsi”.

Contratture e Lesioni Muscolari

Il termine “contrattura” non viene più utilizzato nella letteratura scientifica, ma nella clinica viene ancora adottato per semplicità di comunicazione con gli atleti.

Tieni per buona questa definizione, che adotterò nel presente articolo.

Di base puoi suddividere i problemi muscolari in due grosse categorie:

  1. Senza lesione muscolare
  2. Con lesione muscolare

Tutto quello che devi sapere ai fini della gestione di un problema al muscolo te lo spiego in questo articolo.

La gestione in assenza di lesione muscolare

Non è che ogni volta che ti fa male un muscolo significa che questo si è lesionato. Fortunatamente, le fibre muscolari sono forti e robuste, e non si lesionano così facilmente.

Capita però a volte che senti dolori localizzati nei muscoli, soprattutto dopo aumenti di carichi in sala pesi o dopo allenamenti o partite particolarmente intensi.

In questi casi, spesso sei di fronte ad una contrattura o ad un affaticamento muscolare. Di solito il primo caso riguarda una zona più specifica (es: il retto femorale della coscia), mentre con affaticamento si indica una zona più vasta della stessa parte del corpo (ad esempio, il quadricipite).

Le cose che mi fanno pensare ad uno stato di assenza di lesione muscolare sono:

  • non ci sono stati movimenti che hanno scatenato il dolore all’improvviso
  • il dolore piuttosto è comparso a distanza da uno sforzo intenso o prolungato (ad esempio, la mattina dopo)
  • man mano che scaldi il muscolo con attività blanda, il dolore tende a diminuire
  • se fai un’ecografia, questa sarà negativa per lesioni.

Quindi se sei in questa situazione, probabilmente il tuo staff medico può escludere con verosimile certezza la presenza di una lesione muscolare.

A questo punto cosa devo fare?

Semplicemente… devi muoverti!

In maniera cauta, rispettando il dolore, ma senza troppa paura: il movimento ti fa solo bene! Inizia con un lavoro con carico ridotto (ad esempio, lavoro in acqua con il fisioterapista, o idrokinesi terapia): ridurre il carico sui muscoli dolenti li aiuterà a recuperare più in fretta.

Altra cosa utile è quella di ricorrere alla massoterapia: il buon vecchio massaggio, sempre utile in questi casi. Se non avessi il fisioterapista o il massaggiatore a disposizione, puoi sempre utilizzare il foam roller: se ben utilizzato, può darti davvero molto sollievo.

L’attività aerobica è utile, per i motivi legati alla modulazione del dolore già descritti in un altro articolo (se non lo ricordi, clicca qui). Presso Volley Clinic puoi eseguirla, supervisionato dal fisioterapista, presso la nostra Palestra Riabilitativa.

Come valuto invece le lesioni muscolari nella pallavolo?

Posto che per fare diagnosi certa di una lesione muscolare serve un’ecografia, o ancora meglio una risonanza magnetica, molto spesso dobbiamo affidarci alla valutazione clinica per il singolo caso per l’impossibilità di eseguire un approfondimento strumentale.

Di solito l’atleta che subisce una lesione muscolare ricorda bene l’inizio del dolore:

stavo facendo quel movimento specifico, e tutto ad un tratto ho sentito tirare in quel punto…

nell’eseguire il cambio di direzione, ho avuto una forte fitta al polpaccio…

Queste sono alcune delle frasi che spesso mi vengono riportate in seguito a lesioni muscolari nel pallavolista.

Dal punto di vista del dolore, quindi, c’è proprio un momento di “ON”, cioè di insorgenza del sintomo. Un minuto prima andava tutto bene, e poi all’improvviso, il problema.

Altro punto da considerare, legato alle lesioni muscolari, è quello dell’ematoma. La lesione delle fibre muscolari che si strappano produce spesso (soprattutto in lesioni di II o di III grado) un versamento di sangue, che si può vedere dopo pochi minuti (nei casi gravi) o dopo un paio di giorni (per lesioni meno gravi, o più profonde).

Il muscolo risulta essere debole durante la contrazione attiva: se chiedo all’atleta di eseguire il gesto tecnico che ha scatenato il dolore, spesso questo non riesce a farlo, per dolore e per paura di aggravare il danno.

Normalmente un muscolo con lesione non smette di fare male con il movimento in quella zona (cioè, se ti strappi un muscolo del polpaccio, camminarci sopra non farà ridurre il tuo dolore, anzi tenderà a peggiorarlo).

Quindi come si gestiscono le lesioni muscolari nel pallavolista?

Dopo aver valutato la situazione, bisogna agire in maniera tempestiva.

Se la lesione è fresca (meno di 5 giorni), un bendaggio protettivo può essere di grande aiuto. Il bendaggio dovrà essere compressivo e presentare rinforzi con tape anaelastico (quello bianco, rigido, per intenderci).

In presenza di ematoma, anche l’applicazione di kinesiotaping drenante è indicata, così come qualche seduta di linfodrenaggio, che aiuterà a smaltire più velocemente tutto il sangue accumulato nella zona di lesione.

A livello manuale possiamo fare poco sulla lesione, ma un fisioterapista specializzato in Terapia Manuale e in Fisioterapia Sportiva saprà sicuramente migliorare la formazione della cicatrice all’interno del muscolo utilizzando tecniche particolari.

Inoltre, lavorando a distanza dalla lesione, può normalizzare gli spasmi protettivi dei muscoli che circondano la lesione.

Diventa fondamentale proteggere il muscolo lesionato. I normali tempi di recupero, che però sono chiaramente indicativi, sono di

  • 7 - 15 giorni per una lesione di I grado
  • 15 - 30 giorni per una lesione di II grado
  • 30 - 90 giorni per una lesione di III grado

Questo non vuol dire che se hai una lesione muscolare puoi o devi stare sul divano a guardare Netflix… anzi, devi lavorare il doppio per tornare in forma!

Il recupero attivo

Prima di tutto, ricorda che se lesioni un muscolo, devi mantenere in allenamento tutti gli altri!

Tutto quello che non è interessato dalla lesione può e deve essere tenuto in allenamento. Ti faccio un esempio.

Se lesioni un muscolo della spalla, diciamo il bicipite del braccio, devi continuare tutta l’attività per gli arti inferiori (quindi dalla leg extention, alla leg curl, ai polpacci, alla propriocezione, ecc…) e per il core (magari evitando gli esercizi dove sei in appoggio sul braccio: prediligi i crunch ai plank).

Guidato dal fisioterapista e dallo staff medico, inoltre, puoi iniziare da subito la riabilitazione. Sono indicati esercizi specifici e tecniche manuali con diversi scopi:

  • mantenere in attività la zona con la lesione, rispettando il dolore e la mobilità disponibile
  • stimolare la formazione di una cicatrice resistente dal punto di vista meccanico (qui si potrebbe aprire un lungo capitolo, che ti risparmio. Se dovessi avere dubbi o curiosità, contattami pure)
  • velocizzare il recupero del muscolo lesionato, favorendo lo smaltimento di tossine e sostanze di scarto presenti nell’area di lesione

Man mano che la situazione migliora, puoi ridurre le tecniche e gli esercizi volti alla riduzione del dolore e del gonfiore (se presente ematoma), e aumentare quelli che stimolano l’attività del muscolo.

Lo stretching non è indicato, soprattutto in fase iniziale, se non in misura molto blanda e sempre sotto la soglia del dolore.

Il ritorno in campo

Il ritorno agli allenamenti, e successivamente in campo, va valutato con cura da parte dello staff medico, in accordo con quello tecnico.

Se la lesione è stata grave (II o III grado), va sicuramente fatto un esame diagnostico (ecografia o risonanza magnetica) di controllo, per valutare lo stato della lesione.

Se la lesione è stata di I grado, può bastare la clinica. L’atleta:

  • non deve avere più dolore alla zona di lesione
  • deve avere completamente riassorbito l’eventuale ematoma
  • non deve avere dolore sotto sforzo (test muscolari)
  • deve avere una forza paragonabile all’altro arto (se la lesione è avvenuta in un arto), o comunque un livello di forza simile rispetto al pre-infortunio
  • deve avere una mobilità completa della zona colpita da infortunio

Si riprende con allenamenti graduali, per ritrovare il contatto con la palla ed i gesti tecnici specifici per la pallavolo.

L’incremento di sforzo si valuta giorno dopo giorno, consultandosi costantemente con allenatori, fisioterapista, e preparatore.

Bibliografia

  1. Patellar Tendinopathy: Diagnosis and Treatment.

Figueroa D, Figueroa F, Calvo R.

J Am Acad Orthop Surg. 2016 Dec;24(12):e184-e192. doi: 10.5435/JAAOS-D-15-00703.

  1. The Effect of Valgus Control Instruction Exercises on Pain, Strength, and Functionality in Active Females With Patellofemoral Pain Syndrome.

Emamvirdi M, Letafatkar A, Khaleghi Tazji M.

Sports Health. 2019 May/Jun;11(3):223-237. doi: 10.1177/1941738119837622.

  1. The volleyball athlete's shoulder: biomechanical adaptations and injury associations.

Challoumas D, Stavrou A, Dimitrakakis G.

Sports Biomech. 2017 Jun;16(2):220-237. doi: 10.1080/14763141.2016.1222629. Epub 2016 Sep 23.

  1. Overuse in volleyball training/practice: A review on shoulder and spine-related injuries.

Seminati E, Minetti AE.

Eur J Sport Sci. 2013;13(6):732-43. doi: 10.1080/17461391.2013.773090. Epub 2013 Mar 5.

  1. Physical and physiological attributes of female volleyball players--a review.

Lidor R, Ziv G.

J Strength Cond Res. 2010 Jul;24(7):1963-73. doi: 10.1519/JSC.0b013e3181ddf835.

  1. Prevention of shoulder injuries in overhead athletes: a science-based approach.

Cools AM, Johansson FR, Borms D, Maenhout A.

Braz J Phys Ther. 2015 Sep-Oct;19(5):331-9. doi: 10.1590/bjpt-rbf.2014.0109. Epub 2015 Sep 1.

Daniele Matarozzo

Fisioterapista dal 2007, specializzato in Terapia Manuale e Manipolativa e in Fisioterapia per lo Sport. Dal 2015 al 2021 sono stato il fisioterapista della Nazionale Italiana di Pallavolo. Dal 2017 ho dato vita al Gruppo Fisio Salute, di cui sono co-titolare.

Sei interessato a questo servizio?

Scrivici o chiamaci per informazioni

Contattaci