La rotazione interna della spalla
L’acronimo GIRD sta per Gleno-humeral Internal Rotation Deficit, ovvero un deficit di rotazione interna dell’articolazione Gleno-omerale (la spalla, per intenderci) con la quale si effettua un gesto tecnico tipico della pallavolo.
Questo deficit, che si evidenzia comparando la spalla interessata con l’altra, può colpire chi utilizza in maniera continuativa il braccio alzato con la mano che lavora sopra la testa (overhead).
Per chiarire cosa sia la rotazione interna della spalla: immaginiamo di essere in piedi davanti ad uno specchio, braccia rilassate lungo i fianchi col palmo delle mani rivolto verso le cosce; giriamo il braccio in senso antiorario fino ad avere il dorso della mano a contatto con la coscia: la nostra spalla è, a questo punto, in rotazione interna. Eseguendo una rotazione in senso orario, invece, portiamo la spalla in rotazione esterna.
Le cause del GIRD nella pallavolo
Nel pallavolista una delle cause che provoca il GIRD, con le conseguenze ad esso associate, è data dall’eccessiva rigidità dei tessuti posteriori della spalla.
È stato documentato, infatti, che negli sport di lancio, la spalla ruota ad una velocità superiore ai 7000 gradi/secondo per poi decelerare in un breve intervallo di tempo.
A fronte di una fase di accelerazione garantita dai muscoli anteriori relativamente grandi, la fase successiva è affidata ai muscoli posteriori, i quali sono più corti e piuttosto piccoli, e che si trovano a dover controllare la forza distrattiva generata.
Il loro compito è quello di garantire una buona tenuta in una fase durante la quale stanno aumentando progressivamente la loro lunghezza (quella che viene chiamata “contrazione eccentrica”, cioè in allungamento).
Le 5 fasi di attacco e battuta nella pallavolo
Come già detto in precedenza, i due gesti tecnici overhead che comportano maggiore stress per l’articolazione gleno-omerale sono l’attacco e la battuta, fondamentali che possono essere suddivisi in 5 fasi:
- Wind-up
- Cocking
- Acceleration
- Deceleration
- Follow-through
Queste 5 fasi si svolgono in appena 1,11 secondi!
La velocità di esecuzione correlata alla grande richiesta di forza implicano che anche una minima disfunzione o alterazione della biomeccanica possano provocare stress ai tessuti della spalla.
I fattori di rischio per il dolore di spalla nella pallavolo
Sul lungo periodo questi ed altri fattori possono contribuire a dare conflitto tra l’omero e l’osso sovrastante con conseguenti lesioni ai tendini che vi rimangono compressi, soprattutto a livello del sito inserzionale, dei muscoli della cuffia dei rotatori (avrai sentito parlare anche tu del sovraspinato, eh? Ecco, il sovraspinato è uno di quei muscoli che possono soffrire in questi casi).
Alcuni studi hanno, infatti, dimostrato che gesti tecnici quali la battuta e l’attacco, comportano un carico maggiore per la spalla dell’atleta di pallavolo rispetto al lancio del baseball o al servizio del tennis.
La decelerazione del movimento garantito dai muscoli posteriori della spalla è fondamentale nella stabilizzazione della scapola; tuttavia, a causa delle ripetizioni e dell’entità dell’allenamento, essi possono essere sottoposti ad input meccanici maggiori del normale, andare incontro ad affaticamento e venir meno alla loro funzione, aumentando le forze tensive a livello della capsula posteriore della spalla e, di conseguenza, il rischio di infortuni.
Quando il GIRD è patologico?
Per quanto sia considerato “normale” che negli atleti overhead i tessuti posteriori della spalla siano più rigidi, si considera il GIRD come patologico quando la perdita di rotazione interna è accompagnata da una contemporanea diminuzione del Total Range of Motion (Arco Totale di Movimento, dato dalla somma di Rotazione Interna e Rotazione Esterna) dell’arto usato per attacco e battuta, confrontato con l’altro.
Inoltre, sono considerati più a rischio quei pallavolisti il cui Total Range Of Motion sia inferiore a 180° nell’arto dominante. Se, invece, l’aumento di rotazione esterna eguaglia la perdita di rotazione interna permettendo il raggiungimento dei 180°, allora vi è una diminuzione delle probabilità di problematiche.
Come valutare il GIRD?
Per valutare i parametri di rotazione interna ed esterna, dai quali derivare anche quello dell’arco totale di movimento, si esegue la valutazione con l’atleta supino, il braccio aderente al lettino, aperto a formare un angolo di 90° col fianco ed il gomito anch’esso a 90° con la mano rivolta verso il soffitto.
Come si risolve il dolore di spalla nella pallavolo?
Ad oggi, le maggiori evidenze di efficacia nel miglioramento/risoluzione del GIRD patologico sono date dalla combinazione di stretching della capsula posteriore e mobilizzazione dell’articolazione gleno-omerale. Le due tipologie di stretching più utilizzate sono il “Cross-body Stretch” e lo “Sleeper Stretch”, con diverse metodologie di applicazione. Di seguito proponiamo le due varianti più efficaci:
Nel pratico, cosa è meglio fare?
In letteratura vengono, inoltre, forniti i seguenti suggerimenti:
- in atleti overhead senza dolore alla spalla, eseguire almeno 4 ripetizioni di questi stretching per 30 secondi
- eseguire gli stretching prima e dopo il programma d’allenamento per migliorare l’arco di movimento e la flessibilità della spalla
- in atleti overhead con dolore alla spalla e rigidità della capsula posteriore, andrebbero eseguite almeno 8-10 ripetizioni per 30 secondi per ogni tipo di stretching
Le tecniche con strumenti
Da poco più di due anni hanno trovato diffusione anche in Italia tecniche definite IASTM, cioè tecniche di trattamento dei tessuti molli assistite da strumenti.
Questo rende meno doloroso e più efficace il trattamento di innumerevoli problematiche; anche atleti che presentino condizioni quali il GIRD possono beneficiare di questa tecnica, migliorando il risultato del trattamento.
Le Tecniche IASTM prevedono l’utilizzo di strumenti anallergici in acciaio inox, che vengono fatti scorrere sulla cute precedentemente preparata con uno specifico unguento.
Ricorda però che queste tecniche sono complementari ad un trattamento fisioterapico manuale specifico indirizzato alla risoluzione completa del problema. Consulta sempre il tuo fisioterapista di fiducia per sapere se le tecniche IASTM possono esserti di aiuto.
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